Appello del presidente di Minerva

Nelle cronache giornalistiche e sui telegiornali sono apparse ripetutamente notizie relative ad episodi di suicidi o di omicidi (a volte omicidi-suicidi) con motivazioni apparentemente futili in famiglie definite normali; si è arrivati a coniare il termine di “famiglie di sangue” (Simonetta Costanzo – F. Angeli ed.). Le statistiche riportano un dato allarmante: le morti in famiglia per fatti del genere superano quelle per delitti di mafia. Cosa sta accadendo oggi in Italia? Certamente ci sono stati grandi cambiamenti nel costume, nella società, nella vita familiare; ma grandi cambiamenti ci sono stati anche nel passato e così scontri generazionali, conflitti familiari, mutamenti dei rapporti di forza nelle famiglie. Dunque che cosa sta accadendo ora? Se si tratta di giovani si è spesso individuata nella droga la causa del gesto insano; per altri casi si è detto che chi aveva commesso tali gesti era in cura presso i Servizi Psichiatrici o si era rivolto al medico di base o ad un neurologo per depressione o comunque si era lamentato per un qualche disagio esistenziale.
Ora, se è ben noto che il suicidio fa parte delle patologie psichiatriche gravi (sottolineiamo gravi), molto meno ne fanno parte l’aggressione e l’omicidio, che tutte le statistiche riferiscono rari. È fin troppo evidente pertanto che quando avvengono fatti di cronaca nera in famiglie normali, “per bene” e in cui non vi è una storia psichiatrica conclamata, ci può essere un altro fattore di cui bisogna tener conto.
Negli ultimi trent’anni la psicofarmacologia ha compiuto passi da gigante, cosicché le malattie psichiatriche, opportunamente diagnosticate, hanno potuto godere di trattamenti farmacologici mirati e validi, spesso risolutori. Si è quindi diffusa nella popolazione la convinzione che ogni più piccolo disturbo psichico, in particolare una depressione lieve, possa trovare velocemente soluzione con i farmaci: da cui le richieste pressanti dei pazienti, l’intolleranza nei confronti di melanconie, abbassamenti dell’umore, a volte fisiologici. Di fronte a questa situazione, di molti farmaci a disposizione e di esigenze crescenti della popolazione, molti medici si trovano impreparati: e l’utilizzo da parte loro dei numerosi farmaci in commercio, di non facile uso, ha comportato purtroppo errori anche gravi. Per fare qualche esempio: la sospensione brusca, anziché graduale, di uno psicolettico può causare deliri ed allucinazioni che possono dar luogo a gesti inconsulti (il cosiddetto raptus); oppure un incongruo uso di antidepressivi in una depressione non semplice ma bipolare può scatenare una crisi maniacale incontrollabile fino al compimento di atti violenti. E così via.
Dunque: per tutti i farmaci, ma tanto più per gli psicofarmaci, è indispensabile da parte del medico che li prescrive grande conoscenza ed esperienza, controllo (monitoraggio) frequente dei pazienti e prudenza. E invece: primo per alcuni di questi farmaci la prescrizione è permessa a medici generici e a specializzandi; secondo i malati, una volta prescritta la terapia, vengono controllati a lunghi intervalli (30-45 giorni) da medici spesso diversi: quando invece, per evitare sorprese, sono indispensabili, soprattutto all’inizio del trattamento, controlli ravvicinati, fatti sempre dallo stesso medico che può valutare, anche da sintomi lievi, la congruità della terapia in atto; terzo: troppo spesso i familiari sono emarginati, poco o nulla informati, quando non addirittura demonizzati, quasi fossero la causa del disagio del proprio congiunto: mentre invece potrebbero essere di grande aiuto per lo psichiatra in quell’opera di monitoraggio che, come abbiamo detto, è molto importante; quarto: la psicoterapia comportamentale, educazionale e familiare, di estrema importanza in tutte le patologie psichiche dalle più lievi alle più gravi è, sia nelle ULS sia nel privato, eseguita da psicoterapeuti spesso non in comunicazione con lo psichiatra che prescrive i farmaci, venendo quindi a mancare allo stesso molte informazioni utili; ultimo, ma non meno importante: la malattia psichiatrica, diversamente da tutte le altre malattie, sovente viene tenuta nascosta per paura dello stigma e curata clandestinamente. Anziché rivolgersi agli psichiatri più preparati, purtroppo spesso ci si affida ai consigli di medici generici o addirittura consigli di conoscenti, in una sorta di pericolosa automedicazione.
Per tutte queste ragioni numerosi cittadini si sono rivolti a Minerva, Associazione per la lotta contro la Depressione Bipolare, per inviare un appello al Ministro della Sanità Livia Turco.

Cesare Dal Palù
Professore Emerito di Medicina e Chirurgia
Presidente dell’Associazione Minerva