PSIOP E MINERVA
L’Istituto di Psicoterapia (Università di Padova)
in collaborazione con
l’Associazione Minerva per la lotta contro il disturbo bipolare
organizza
un Seminario di approfondimento sul tema
PROFESSIONI D’AIUTO E ORGANIZZAZIONI SANITARIE
Umanizzazione, Comunicazione e Territorio
Sabato 24 gennaio 2009
Aula Seminari dell’Istituto
Via Valerio Flacco, 10
35128 PADOVA
Intervento dott. Renata Dal Palù (Direttivo Minerva)
Minerva si è costituita nel 2003. Sono quindi ormai sei anni che è impegnata nella lotta contro la Depressione Bipolare (o Disturbo Bipolare o Malattia Maniaco-Depressiva, sono sinonimi) una malattia mentale che, pur potendo raggiungere livelli di una gravità tale da compromettere ogni aspetto della vita di una persona, è anche una malattia che può essere ben controllata , fino a far raggiungere al paziente un buon equilibrio, se si applicano tutti quei provvedimenti che la scienza ci ha messo a disposizione negli ultimi quindici anni. . Purtroppo, il problema sta tutto in questo se .
Se al paziente colpito da questa malattia non vengono prescritti i farmaci corretti e in dose adeguata al paziente stesso, questi non migliorerà o peggiorerà, e proprio per effetto dei farmaci prescritti. A MINERVA,. ci sentiamo dire molte volte da genitori disperati: “sono stati provati tanti farmaci e niente è cambiato, non c’è più nulla da fare” . Ma quali farmaci sono stati provati ? Quali associazioni sono state fatte ? Quali dosaggi sono stati usati ? Se la terapia non è corretta, può cambiare tutto: anziché raggiungere un equilibrio soddisfacente, il paziente può andare incontro ad uno stato di depressione, vicino a una vita vegetativa, assolutamente inaccettabile; e questa non è la peggiore delle situazioni che si possono presentare, perchè i pazienti possono andare incontro a tentativi di suicidio, a suicidio, o all’opposto a stati di eccitazione che possono essere pericolosi per il paziente stesso e per gli altri. Sottolineo questo aspetto (perchè è questa una delle battaglie più importanti di Minerva) che se è vero che tentativi di suicidio e suicidi oppure deliri e allucinazioni fanno parte dei sintomi della malattia, non di rado questi stati patologici sono aggravati da una terapia farmacologica: incongrua: cioè sono i farmaci prescritti e assunti in modo inadeguato che facilitano l’aggravarsi di questi sintomi.
Continuiamo con i se: se un paziente che ha raggiunto un buon equilibrio psichico in seguito ad un adeguato uso dei farmaci (dose minima efficace e dose ad personam raggiunte) viene poi lasciato a sè stesso, questa persona, che durante gli anni di malattia ha sviluppato un ritiro sociale notevole non riuscendo a stabilire un rapporto normale con gli altri e ad avere una vita sentimentale, non utilizzerà il vantaggio del buon equilibrio psichico raggiunto e rimarrà isolato. Per ovviare a questo grave inconveniente, dovranno essere istituiti o potenziati i cosiddetti Centri Diurni; che sono appunto centri di riabilitazione sociale. dovranno però essere organizzati rispettando quelle regole e quei criteri che troviamo applicati con successo in Centri Diurni di altri Paesi, soprattutto Stati Uniti ed Inghilterra (e che vengono descritti e raccomandati, ma inapplicati, anche nel nostro Progetto Obiettivo Regionale veneto!)
MINERVA Associazione di Promozione Sociale per la lotta contro la Depressione Bipolare
Via Ponte Molino 3 PD tel.049.8756107 fax049.8210197 e -mail:assminerva.pdl@libero.it
Campo del Duca Sforza S.Marco 3055 VE 30124 tel.041.5237303
In Italia, a parte alcuni rari esempi, Centri Diurni di questo tipo o non esistono o sono presenti in forma tale da essere inutili e perciò praticamente inutilizzati se non da alcuni malati mentali che nulla hanno in comune con i pazienti affetti da Depressione Bipolare.
Ancora: se un paziente che ha raggiunto un buon equilibrio psichico non viene indirizzato verso una reale riabilitazione lavorativa, lo si abbandona a una vita di totale dipendenza economica e ad un vuoto incolmabile della giornata, che può diventare causa del riacutizzarsi della sua malattia. Anche la riabilitazione lavorativa ha regole precise e rigorose e a questo proposito MINERVA ha elaborato , unitamente all’Istituto di Psicoterapia dell’Università di Padova, un progetto articolato e molto chiaro, che aspetta soltanto di poter essere realizzato.
Nell’ambito della sua attività, l’Associazione Minerva si è preoccupata fino ad oggi soprattuttodiaiutare i familiari degli ammalati di Disturbo Bipolare a vincere la battaglia per il recupero psichico dei loro cari e a questo scopo ha offerto loro: 1) un ambulatorio gratuito per la cura dei loro familiari. Tale ambulatorio è gestito da un medico proveniente da un Centro italiano altamente specializzatpo e qualificato 2) riunioni in cui viene insegnata ai familiari la farmaco-vigilanza, cioè a riconoscere, prima dello scoppio di una crisi di eccitazione o depressione, i sintomi che le contraddistinguono e che si presentano dapprima in modo lieve e poi, nei giorni successivi, in modo sempre più conclamato ma precedendo di molti giorni la crisi vera e propria. Lo psichiatra deve essere avvertito prontamente perchè è necessario,altrettanto prontamente, correggere la terapia; 3) un numero telefonico che è a disposizione tutti i pomeriggi, giorni festivi compresi, per consigli, aiuto, informazioni. Anche lo psichiatra che Minerva mette a disposizione dei pazienti e dei familiari risponde, se chiamato al suo cellulare, entro poche ore, il più delle volte immediatamente.
Abbiamo cosi’ ottenuto un buon equilibrio psichico nei pazienti che si sono rivolti a noi. Inoltre, coloro la cui patologia si presentava in modo non particolarmente grave, sono riusciti da soli a inserirsi nel mondo lavorativo o riprendere il lavoro che svolgevano prima della malattia. Cosi’ è accaduto per la loro vita sentimentale: hanno iniziato un nuovo rapporto affettivo o sono riusciti a recuperare il precedente. Ma per i pazienti che superano la forma più grave della malattia (Disturbo Bipolare I ) gli strumenti che servirebbero per portarli ad una vita normale (Centri Diurni, Agenzie per il lavoro) sono un costo improponibile e inaccessibile per Minerva: sia il Pubblico che il Privato insieme al Pubblico dovrebbero impegnarsi con un intervento economico consistente.
Purtroppo, fino ad ora le nostre richieste sono restate inascoltate, nonostante la spesa destinata alla Psichiatria (5% di tutta la spesa sanitaria) venga utilizzata solo in parte (3%).