Sospensione dei farmaci stabilizzatori dell’umore
Desidero portare alla conoscenza di tutti i presenti le gravi conseguenze di una sospensione di farmaci stabilizzatori dell’umore, sospensione decisa non a livello medico, ma a livello personale del paziente. Premetto che una diminuzione dei farmaci (modulazione) può essere attuata dietro stretta sorveglianza medica. Mai un paziente dovrebbe sospendere una cura iniziata magari tanti anni prima, piuttosto il medico potrebbe rivederne il dosaggio o proporre farmaci equivalenti. La sospensione ipso facto da parte del paziente è molto pericolosa e può portare a stati di eccitazione o stati depressivi. Questo degrado psichico comporta in primis malesseri del paziente che però spesso si rifiuta di accettare e quindi compromette le relazioni sentimentali, parentali, amicali ecc. Le persone sono costrette ad allontanarsi per non essere danneggiate loro stesse da un paziente in sospensione da farmaco. Il rapporto diventa un inferno, un incubo. Non è né accettabile né sostenibile. A quel punto solo uno psichiatra esperto e affidabile può salvare quella persona. Nessun’altro. Sia di monito a tutti coloro che leggeranno le mie parole, la volontà di aiutare queste persone a rimetterle in carreggiata tramite un bravo psichiatra e aggiungo io, un bravo medico di base, che convinca il paziente a farsi curare e ad essere monitorato almeno inizialmente, con una frequenza altissima, almeno settimanale. Le cure devono essere seguite rigorosamente e i pazienti devono essere costantemente sorvegliati, prima che la situazione diventi incontrollabile ed irreversibile.
Un compagno