“Da qualche giorno non riusciva più a prendere sonno la notte. Quando iniziavo a sentire silenzio dalla sua stanza immaginavo si fosse finalmente addormentato, e invece da qualche notte trascorreva tutto il tempo steso sul letto con gli occhi sbarrati al soffitto, e chissà quanti pensier veloci scorrevano nella sua testa, da non permettergli di dormire. Fino al giorno in cui, ritenendo insostenibile questa condizione, che a sue parole gli stava limitando la libertà, ha deciso in autonomia, senza interpellarci, di recarsi presso una struttura ospedaliera e di farsi ricoverare. La sua decisione è stata drastica, ha preso tutte le sue cose ed è partito. Ha cancellato i contatti dalla sua rubrica, ogni suo profilo, e ha dichiarato, ai medici che lo hanno accolto, di non voler più tornare a casa, chiedendo di poter accedere in una comunità. Così è stato. Una decisione drastica ed una rigidità estrema, dettate da un evidente bisogno di autonomia e distacco da tutti e da tutto… Proprio dalle persone che fino ad ora gli hanno dimostrato affetto e volontà di prendersi cura di lui. Da qualche tempo la comunicazione era diventata molto difficile con lui, il suo sguardo e le sue attenzioni erano rivolti altrove. L’impotenza difronte ad un episodio di questo tipo, necessita supporto e condivisione.”
una madre