regia di MIKE CAHILL
Una trama bizzarra e ottime interpretazioni per un’intensa e riuscita ricostruzione di un rapporto padre-figlia
Charlie, ex jazzista lascia l’ospedale psichiatrico dove ha trascorso gli ultimi due anni della sua vita: ad attenderlo c’è Miranda, figlia giovane ma molto matura, che vive una vita forse fin troppo tranquilla. Per lei ovviamente la pace finisce immediatamente, anche perché il padre è fissato con un’ossessione, ritrovare un tesoro lasciato dai missionari spagnoli e sepolto, a suo dire, proprio sotto la superficie di un centro commerciale. L’avventura servirà ad entrambi per conoscersi e ritrovare l’unità perduta…
Da anni oramai Michael Douglas ha rinunciato al confronto diretto con le nuove generazioni di attori hollywoodiani, costruendosi, come molti della sua età un nicchia dorata nella quale trascorrere gran parte del resto della propria carriera cinematografica. Tra le recenti pellicole realizzate, Alla scoperta di Charlie è indubbiamente una delle più riuscite, per quanto non scevra da difetti, perché ci permette di osservare l’attore, generosamente impegnato in una parte a lui piuttosto inconsueta. Paradossalmente una trama forse fin troppo bizzarra potrebbe distogliere l’attenzione da quello che è il vero fulcro del film: la ri-costruzione di un rapporto tra un padre ed una figlia che la vita ha separato.
L’alchimia tra i due era requisito fondamentale affinché la pellicola fosse convincente ed in questo senso, quasi più valida di quella di Douglas, leggermente sopra le righe, anche se per evidenti ragioni di copione, è la performance di Evan Rachel Wood, che, anno dopo anno e film dopo film, si sta affermando come una delle più interessanti, talentuose (e graziose) giovani attrici di Hollywood: i semi piantati con Thirteen sono decisamente germogliati…