Quadro di riferimento della riabilitazione lavorativa

big_frangipane1-207x300 Quadro di riferimento della riabilitazione lavorativabasaglia_convincere-289x300 Quadro di riferimento della riabilitazione lavorativa

 

Le persone nei confronti delle quali sono necessarie iniziative di riabilitazione lavorativa – affette da depressione bipolare grave – costituiscono un gruppo molto ristretto (intorno al 2% della popolazione, – v. nota n. 1), soprattutto se lo confrontiamo con la totalità delle persone colpite da una qualche patologia psichica nel corso della loro vita (circa il 35%).

Va precisato che il termine “riabilitazione” si riferisce necessariamente a persone che svolgevano già un’attività lavorativa o di studio e che in seguito all’insorgenza di una patologia mentale hanno perso tale capacità. Dunque, il progetto si propone interventi finalizzati a ripristinare abilità sociali, intellettuali, occupazionali, diretti esclusivamente a persone che precedentemente ne godevano appieno. Le modalità d’azione sono tali da consigliare un’omogeneità delle persone destinatarie dell’azione stessa (malati di Disturbo Bipolare) escludendo altre tipologie patologiche gravi, quali per esempio il ritardo mentale, l’autismo, la sindrome di Down e la schizofrenia che, date le loro peculiarità, non sono assimilabili al Disturbo Bipolare grave.
D’altro canto è evidente che per le persone soggette a patologie psichiche lievi (quali disturbi d’ansia, fobie fra cui le dismorfofobie (es. anoressia–bulimia), attacchi di panico, disturbi ossessivo-compulsivi, patologie psicosomatiche, disturbo ciclotimico, etc.) non è necessaria una specifica riabilitazione lavorativa, in quanto esse sono in grado di gestire autonomamente le loro possibilità occupazionali.

Occorre anche sottolineare che le moderne realtà terapeutiche, sia farmacologiche sia psicoterapeutiche, consentono oggi di ottenere buoni risultati, con il conseguimento di uno stato di equilibrio soddisfacente, tale da rafforzare nel paziente il desiderio di vivere ed eliminare tendenze lesive verso sé stessi e verso gli altri (si calcolano a 170.000 l’anno i decessi conseguenti ai soli comportamenti autolesivi nelle persone con disturbo bipolare). Le persone affette da disturbo bipolare grave, se ben compensate, possono invece raggiungere un buon livello di equilibrio psichico e comportamentale: tale equilibrio fa sì che esse non costituiscano più un onere per le famiglie e per il servizio sanitario: ma per ottenere ciò il passaggio necessario è il reinserimento sociale e lavorativo. È compito della Sanità Pubblica reinserirli nella società con un’attività lavorativa gratificante e remunerata.


Modalità di realizzazione della riabilitazione lavorativa: obiettivi e metodologie

Il panorama attuale è sconfortante perché si compone di iniziative aventi scarsi contenuti di stimolo e di interesse per i destinatari. Molto spesso consiste nel loro impiego in gruppi caratterizzati da promiscuità di patologie con livelli diversi di gravità e in attività troppo semplici e ripetitive, in contesti poco gratificanti e poco accoglienti, tali da produrre emarginazione e desiderio di abbandono anziché un coinvolgimento e un progressivo interesse per il lavoro.
Tali esperienze, com’è noto, consistono essenzialmente nelle iniziative condotte dai Centri Occupazionali Diurni (COD) e dai Centri di Lavoro Guidato (CLG). Il nostro progetto si propone di contribuire ad un miglioramento delle attuali esperienze di riabilitazione lavorativa.

Il presente progetto ha caratteristiche in un certo modo innovative rispetto a: 1) collocazione lavorativa; 2) contenuti lavorativi.

  1. collocazione lavorativa (in termini di stage): è necessario individuare strutture di piccole/medie dimensioni, organizzate in maniera tale da poter essere accoglienti per la persona affetta da depressione bipolare.
  2. contenuti professionali/lavorativi: essi devono risultare di effettivo interesse per la persona affetta da depressione bipolare oltre che di effettivo rilievo per l’organizzazione produttiva ospitante (v. nota n. 2).

Per la realizzazione del progetto è necessario rispettare rigorosamente alcuni punti:

  • una diagnosi corretta;
  • una terapia farmacologia ben calibrata sulla persona;
  • il raggiungimento della compliance, cioè l’accettazione da parte del paziente della terapia e soprattutto la certezza della sua assunzione;
  • la consapevolezza che il lavoro offerto riscuota l’interesse della persona da riabilitare;
  • la garanzia della presenza di un tutor, figura di riferimento sia per l’organizzazione ospitante sia per la persona affetta da depressione bipolare.

Le figure centrali di questo progetto, di conseguenza, sono:

  1. il paziente con disturbo bipolare e la sua famiglia;
  2. lo psichiatra;
  3. il Responsabile del Servizio Inserimento Lavorativo (S.I.L.), fornito dalla ULS di riferimenento.
  4. il Responsabile dell’ambiente di lavoro;
  5. il tutor individuale.
  1. Compiti del paziente e della sua famiglia:
    • contribuire attivamente all’individuazione delle tipologie di lavoro nonché dei contesti lavorativi maggiormente desiderati e corrispondenti alle capacità del paziente;
    • consapevolezza da parte dei familiari della diagnosi, delle terapie adottate e impegno a sostenere il paziente al rientro in famiglia dopo l’orario di lavoro.
  2. Compiti dello psichiatra/psicoterapeuta:
    • giungere ad una precisa diagnosi di depressione bipolare grave;
    • valutare che il grado di equilibrio raggiunto con una terapia farmacologia e psicoterapeutica adeguata sia di buon livello;
    • rilevare, di comune accordo con il paziente, le sue propensioni e le sue aspettative di lavoro per un corretto inserimento nel progetto;
    • valutare attraverso frequenti colloqui (circa quindicinali) il raggiungimento dei risultati, i successi, gli insuccessi e i cambiamenti di lavoro che si possono rendere necessari;
    • adeguamenti della terapia farmacologia, se necessari;
    • frequenti colloqui con il tutor che affianca la persona durante le ore lavorative;
    • frequenti colloqui con i familiari, con i quali attua la psicoterapia educazionale e familiare.
  3. Compiti del Responsabile del Servizio Inserimento Lavorativo (S.I.L.):
    • colloqui con paziente e famiglia e psichiatra/psicoterapeuta per poter individuare le realtà lavorative più adatte, fra cui in particolare realtà lavorative di piccole/medie dimensioni (piccole agenzie, piccole imprese, artigiani, …);
    • presentazione del progetto alle imprese allo scopo di favorire l’inserimento dei malati nell’ambiente di lavoro, in termini di stage, evidenziando che il paziente con disturbo bipolare è una persona che ha raggiunto un buon equilibrio psichico ed è supportata da un tutor.
  4. Compiti del Responsabile dell’ambiente di lavoro:
    • accoglienza/inserimento della persona affetta da disturbo bipolare e del tutor;
    • deve cercare di creare un ambiente accogliente ed idoneo al suo recupero sociale e lavorativo;
    • assegnazione dei compiti;
    • collaborazione e scambio di valutazioni e giudizi con il tutor.
  5. Compiti del tutor individuale:
    • sostegno e aiuto alla persona con disturbo bipolare grave e collaborazione con il Responsabile dell’ambiente lavorativo e con il datore di lavoro;
    • stretto contatto con lo psichiatra/psicoterapeuta al quale riferisce come procede l’esperienza lavorativa;
    • frequenti colloqui con i familiari con i quali interagisce e collabora.

Tempi e costi

Dato il configurarsi essenzialmente sperimentale dell’iniziativa, si prevede una sua prima realizzazione su un numero variabile fra 6 e 10 persone con disturbo bipolare grave, in un arco temporale di circa 6 mesi.
Stimando un costo mensile medio – comprensivo dello stipendio al paziente, al tutor, dei contributi assicurativi, dei rimborsi spese – di € 1.200,00, (v. nota n. 3) si può ipotizzare un costo di € 7.200,00 per 6 mesi, il che dà un totale variabile fra € 43.200,00 per 6 pazienti e € 72.000,00 per 10 pazienti.


NOTA N. 1

  • Dati inseriti dalle Organizzazioni OMS e NIIT (1% DB I – 1% DB II)
  • Alcune scuole di Psichiatria riferiscono una percentuale più alta di pazienti con depressione bipolare grave e cioè 2,5%, in quanto ritengono che, se si accetta la teoria dello spettro bipolare, alcune forme di schizofrenia sono in realtà manifestazioni estreme di Disturbo Bipolare.

NOTA N. 2
È importante che il soggetto portatore di disturbo bipolare risulti utile al datore di lavoro e agli altri lavoratori, onde evitare tristi esperienze di emarginazione del malato cui viene chiesto “di stare buono in un angolo e non combinare guai, ma di non andarsene”, ricavando la ditta, solo dalla sua presenza, numerosi vantaggi.

NOTA N. 3

  • Stipendio paziente: € 350 al mese per 3 ore di lavoro al pomeriggio
  • Stipendio tutor: € 550 euro per 3 ore di lavoro al pomeriggio, più successivi colloqui con familiari e psichiatra
  • € 300: contributi assicurativi e rimborso spese